Strimpellano Gesù impanato

A volte, perfino al cospetto del Santissimo Sacramento dell’altare, perfino nelle nostre parrocchie, giunge alle orecchie una canzonetta moderna che stravolge la gloriosa dottrina cattolica sull’Eucarestia.

«Verbum caro factum est», scrive l’Evangelista San Giovanni: il Verbo si è fatto carne. Nella Persona di Nostro Signore la natura divina del Verbo si è ipostaticamente unita alla natura umana della carne. Giustapporre «Verbum caro factum est» e l’inaudita, non scritturale, proposizione «Verbum panis factum est» significa affermare un parallelismo eretico tra l’unione ipostatica del Verbo con la carne e “l’unione” tra il Verbo e il pane.

E qui sta lo scandaloso errore dottrinale: nell’Eucaristia non è il Verbo che si fa pane, ma – al contrario – è il pane che viene mutato in carne, nella carne di Gesù Cristo, il Quale non è Verbo, ma Verbo fatto carne. Che scempio hanno fatto gli autori della canzonetta che suppongono essere “liturgica”!
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L’alba di un Nuovo Papato

Suona “profetico” il titolo del libro fotografico “Benedetto XVI: l’alba di un nuovo papato” (White Star, 2006). Al termine del pontificato n. 265, quello di Papa Ratzinger, rimane lo shock dell’indigeribile “rinunzia”.

Le motivazioni addotte non sembrano reggere: tutti i precedenti Pontefici hanno attraversato la vecchiaia, la malattia, la prostrazione e la morte.

Le giustificazioni non convincono: meritano di essere considerati umili e coraggiosi anche moltissimi Papi che hanno “occupato” la Sede Apostolica fino all’ultimo respiro.

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